giovedì 21 novembre 2013

PROLOGO



MILANO

“Per favore Eric! Non salire su quella macchina...hai bevuto tanto, sei ubriaco e sarebbe rischioso...prendiamo un taxi!”

Le mie parole restano sospese nel vuoto. Lui saltò in macchina sbronzo e mi lasciò sola su quel viale. Non ho avuto il coraggio di saltare su con lui e di bloccarlo. La cosa peggiore è che all'alcool in circolo nel suo corpo ho contribuito anch'io con le mie paranoie e gelosie quando siamo circondati da altre ragazze. Nonostante lui dimostri ogni istante il suo amore per me io non riesco a non essere gelosa quando qualche oca gli ronza attorno. Quella di stasera, durante la festa di laurea del suo migliore amico, è stata una lite davvero dura. E lui ha passato la serata ad ignorarmi, dopo la mia ennesima scenata di gelosia. Ignorarmi e passando la serata in compagnia di bicchieri di alcool. 
Provo a chiamarlo ma niente. Il suo telefono è staccato. Inizio ad agitarmi. Tento la carta Gianni, suo fratello, il quale mi dice che non è ancora arrivato a casa. Eppure abita a due isolati da questa villa dove si è svolta la festa.
Fermo un taxi per farmi accompagnare a casa. Io resto incollata al telefono in attesa di ricevere sue notizie e non mi accorgo che il mio taxi si ferma. Ci sono i carabinieri che ci impediscono di passare. Sarà successo sicuro qualcosa. 

“Mi dispiace ma dovete tornare indietro e girare l'isolato. Qui c'è stato un incidente e la strada è bloccata!” - afferma il carabiniere al tassista

Il groppo che sentivo prima nel cuore ha raggiunto il livello di esplosione. Scatto fuori dal taxi. Devo sapere chi è coinvolto nell'incidente.

“Ehy signorina..ma cosa sta facendo?” - mi urla dietro il tassista

Supero con forza il blocco delle forze dell'ordine e quando vedo la macchina accartocciata contro un furgone mi blocco. Resto immobile. È come se le mie gambe non seguissero più la mia testa. Resto così per qualche secondo. Poi ricollego gambe e testa e corro verso l'auto di Eric urlando il suo nome. Mi bloccano due carabinieri. Mi trattengono proprio mentre stanno portando Eric verso l'ambulanza. Ha gli occhi chiusi. Il volto insanguinato. Le mie forze cedono e crollo tra le braccia dei miei sostenitori. Sembra tutto un rallenty. La macchina schiacciata contro quel furgone, la barrella con Eric sopra, le mie lacrime, l'ambulanza che sfreccia via. E poi il buio totale.

Quando mi sveglio sono nella mia stanza. Nel mio letto. Seduta al bordo c'è Benedetta, la mia migliore amica. Ha gli occhi gonfi e rossi, segno di pianti e notte insonne. Al ricordo della notte scorsa, la macchina di Eric, lui portato via in ambulanza, il volto ricoperto di sangue, incosciente. Scatto a sedere sul letto.

“Cosa succede? Dov'è Eric?”


LONDRA

“Non ci credo che siete stati capaci di farlo...la mia ragazza...il mio migliore amico...mi fate schifo!”

Con quelle parole Franz si allontanò. Il suo mondo, i suoi sogni erano crollati in una sola sera. La sua ragazza, la sua splendida Jennifer, con la quale aveva passato i tre anni migliori della sua vita. Il suo migliore amico, Ricky, compagno di mille avventure. Lo avevano tradito e pugnalato alle spalle. Non riusciva a farsene una ragione. Non le aveva mai fatto mancare niente eppure è riuscita ad innamorarsi di un altro. E non uno qualsiasi, quello forse lo avrebbe accettato. Ma il suo migliore amico no. Quello mai. Aveva perso nel giro di pochi minuti i due pilastri della sua vita. L'amore, che lui credeva, della sua vita e un, quasi, fratello. Quello che non ha mai avuto ma che aveva ritrovato in lui.

Il mattino seguente Franz prese una decisione. Tentare la fuga all'estero. Magari tornare nella sua Milano, dove era nato. Era l'unico modo per non sentirsi uccidere giorno dopo giorno nel vederli insieme. Avrebbe chiuso quel pensiero e quel sentimento, ancora forte, di amore e amicizia in una angolo della sua mente e del suo cuore, e sarebbe andato incontro al futuro.
Iniziò la ricerca di un lavoro su vari siti, giornali e annunci sparsi qua e la. Finchè la sua attenzione non fu catturata da uno in particolare. Era quello che aspettava. Ed era proprio nella sua Milano. Il destino gli stava dando un segno e lui l'avrebbe colto.

- “Futuro...ovunque tu sia...e qualunque cosa mi riservi...sto arrivando!”

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