giovedì 21 novembre 2013

3' CAPITOLO




Sono rintanata nella mia stanza da più di due ore, tempo che avrei potuto passare a studiare per il prossimo esame, e invece eccomi qui a reinventare una proposta di tesi per il cambio di professore. E' stato un duro colpo, dato che ci tenevo molto a essere seguita dal professor Voza, ma pazienza. Ho imparato dalla mia giovane vita che le difficoltà si affrontano e si superano e la vita continua. La vibrazione del mio cellulare mi distrae dalla scrittura e mi avvisa di un nuovo messaggio da parte di Benedetta, la mia unica e pazza migliore amica.

CIAO TESORO STASERA
HO UNA VOGLIA MATTA DI
USCIRE E DIVERTIRMI. E' TANTO
CHE NON LO FACCIAMO! NON
DIRMI DI NO ALTRIMENTI MI
TROVERO' COSTRETTA A TIRARTI
PER CAPELLI FUORI DI CASA!

Benedetta! Senza di lei adesso sarei persa, non sarei qui a scrivere questa tesi. Mi ha appoggiato e sostenuto nei mesi più bui della mia vita e in questo momento ha ragione lei. E' tanto che non usciamo a divertirci un pò come ai vecchi tempi.

TESORO HAI AVUTO UN'OTTIMA
IDEA!

La sua risposta è immediata

PERFETTO CARA! SONO DA TE
TRA UN'ORA! HO INTENZIONE DI
RIMORCHIARE STASERA!

Oddio. La sua idea di divertimento non corrisponde esattamente alla mia. Io avrei immaginato una serata in giro per locali a bere e divertirci un pò. Ma rimorchiare ancora non mi sento pronta. In realtà il mio cuore è completamente spento, inattivo. Non prova più nessuna emozione o attrazione verso l'altro sesso. Una sola notte è riuscita a creare in me questa costante che ormai non mi abbandona più. Un pò riluttante inizio a prepararmi: doccia, shampoo, trucco e poi....siamo alla scelta dell'abito. Opto per una camicetta azzurra con manica a tre quarti, jeans e sandali con tacco dodici. Mi guardo allo specchio e wow. Non mi riconosco. Ho acconciato i miei capelli in una coda e mentre sto per prendere la mia giacca, un messaggio mi avvisa che Benedetta è arrivata ed è giù che mi aspetta nella sua MINI rosa. Se vogliamo passare inosservate non è la macchina ideale. Ma lei è così e io l'adoro per questo.

- "Questa non è la mia migliore amica!" - mi prende in giro quando entro in macchina

- "Zitta e parti!" - le dico facendole la linguaccia

- "Come siamo acide stasera! Ma fidati conosco il posto adatto per far sciogliere quest'acidità!" - incalza

- "Non mi sento per niente tranquilla quando ci sei tu di mezzo! Ma andiamo! Voglio divertirmi!"

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Sono solo in questo minuscolo appartamento, di venerdì sera, nessuno con cui parlare, nessuno con cui uscire. A parte il professore, e altri assistenti piuttosto grandicelli d'età, non conosco nessuno in questa città. Inizio a pentirmi della mia decisione di essermi trasferito qui. Decisione presa in un momento di rabbia e pugnalate alle spalle. Dopotutto anche li non mi era rimasto più niente. Anzi sarei stato peggio di come sto adesso. Vederli insieme, mano nella mano, baci, carezze ed effusioni....no no no! Ho fatto bene. Sta di fatto che dopo il messaggio dell'altro giorno mi è tornata costante nella testa. Mi manca tanto e darei il mondo pur di rivederla, anche se il male che mi hanno fatto è stato troppo. Devo togliermi questo pensiero dalla testa. L'unico modo è uscire da questa topaia, chiamata casa, e inizare a godermi un pò la vita qui, conoscere qualcuno e perchè no ritrovare l'amore.
Mi preparo per uscire e quando sono fuori casa decido di sperimentare un locale proprio a due passi da casa che puntualmente ogni fine settimana mi tiene sveglio fino all'alba.
Sono le 23 e fuori è già pieno zeppo di ragazzi e ragazze pronti ad entrare per dare inizio al loro weekend. Dentro non va molto meglio. I tavoli sono tutti pieni così devo accontentarmi di uno sgabello al bancone.

- "Ciao amico, cosa ti porto?" - chiede il barista

- "Un martini, grazie!"

In attesa della mia ordinazione mi guardo un pò attorno e mi sento decisamente fuori luogo. Una gioventù bruciata tra i 18 e i 25 anni buttati qua e la su divanetti. Chi mezzo ubriaco, chi completamente fatto e soprattutto coppie, spero per loro di si, che fanno effusioni troppo spinte in pubblico.

- "Ecco a lei!"

Bevo il mio martini, pago e faccio per alzarmi per andar via ma in quel momento vengo bloccato sul posto da due occhi verde smeraldo. Due occhi che conosco bene e con i quali ho avuto la fortuna di dialogare qualche giorno fa. Non ci posso credere. Lei qui.

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Sono ormai due ore che giriamo per locali e io e Benedetta siamo un pò alticce. Così decidiamo di lasciare la macchina, che torneremo a prendere domattina, e dirigerci a piedi verso il nuovo locale in fondo all'isolato.

- "Wow mi piace molto questo locale!" - urlo per sovrastare la musica appena dentro

- "Che ne dici di un altro giro?" - chiede Benedetta

- "Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!"

Ci avviciniamo al bancone per ordinare ma mi blocco di scatto, facendo sbattere Benedetta contro la mia schiena

- "Ma sei impazzita! Che diavolo t'è preso!" - urla Benedetta

Ma io sono in trance, non rispondo più. Ho testa e occhi solo per lui. Franz Molinari in persona.

- "Rebecca!" - mi saluta

- "Franz! Non pensavo fossi il tipo da questo genere di locali!"

- "E che genere di locale sarebbe?" - mi sta stuzzicando il bastardo

- "Non certo il tuo genere!"

- "Beh ti sbagli!"

- "Ok...buon divertimento allora! Bye Bye!"

Lo saluto e raggiungo Benedetta che ormai ha preso posto al bancone e ha già ordinato. Mi scruta con una faccia da "Oh Oh beccata!" e con il solo sguardo mi incita a parlare ma io liquido tutto con un gesto della mano e rivolgo la mia attenzione in pista dove c'è già molta gente radunata. Prendo Benedetta per mano e la tiro verso la pista e iniziamo a ballare come due pazze. Mentre due occhi color cielo continuano a scrutarmi in lontananza. Al nostro arrivo avevo avuto l'impressione che stesse andando via, invece è ancora qui, seduto a quello sgabello, come se mi controllasse a distanza.

- "Torno subito!" - sussurro all'orecchio di Rebecca che è ormai persa in una danza sensuale con un tipo

Mi avvicino al bancone e mi siedo accanto a lui.

- "Pensavo stessi andando via circa un'ora fa!" - bisbiglio

- "Cosa te l'ha fatto credere?"

- "Beh eri diretto all'uscita! O sbaglio?" - continuo a stuzzicarlo

Chissà perchè, non capisco il motivo, ma c'è qualcosa che mi fa restare qui attaccata a lui, a parlare, a guardarlo. Per la prima volta dopo sei mesi sento qualcosa smuoversi dentro di me. Ed è assurdo che sia proprio lui, un semi-sconosciuto, a procurarmi determinate sensazioni. Però la cosa non mi fa paura, mi sorprende si, ma non mi fa scappare com'è successo altre volte. C'è qualcosa che mi attira verso quest'uomo, come due forze magnetiche, due calamite che non possono stare lontane e nel suo sgardo percepisco che anche per lui è la stessa, identica cosa.

- "Sbagli invece! Mi sto divertendo moltissimo e non ho nessuna intenzione di andar via, non adesso almeno. Una bellissima ragazza mi ha rimorchiato cosa dovrei volere di più?"

- "Così ti avrei rimorchiato?"

- "Ti sei avvicinata tu! No? Però devo ammettere che, rispetto al nostro primo scontro, sei più disinvolta stasera!"

- "E la cosa le dispiace Signor Molinari?"

- "No Signorina Mattia! Anzi.... mi piaci molto disinvolta....potrei anche invitarti a ballare in questo momento e so per certo che accetteresti!"

- "Non credo proprio!"

. "Vuoi scommetere? Se vieni in pista con me per un solo ballo poi ti lascerò in pace, altrimenti continuerò a torturarti per tutta la notte se è necessario!"

Nel suo sguardo leggo una certa malizia, e mi piace. Io non voglio essere lasciata in pace, voglio che lui resti qui con me, perchè mi sento bene quando lui mi è affianco. Può sembrare da stupidi, dato che lo conosco appena, ma dal primo momento mi ha trasmesso quel senso di sicurezza e tranquillità che non posso ignorare. Ma allo stesso tempo se gli faccio capire che voglio essere disturbata mi prenderà per una facile. Oddio..cosa faccio?

- "Allora? Me lo concedi questo ballo?" - mi tende la mano

Alla fine cedo e mi trovo scaraventata in pista. La mia sorpresa è che non si ferma ad un ballo come avevamo scommesso. Ormai siamo avvinghiati da circa mezz'ora e lui non vuole saperne di lasciarmi andare. Le sue mani sono sui miei fianchi, le mie sulle sue spalle, l'alcool in circolo comincia a fare effetto, così in un momento di scarsa lucidità avvicino la mia bocca al suo orecchio

- "La scommessa era di un solo ballo!" - gli sussurro mentre il suo profumo misto a uomo impregna le mie narici, sono la mia droga

- "Ma io sto bene qui, con te!"

- "Se il suo piano era questo Signor Molinari, perchè non ha ancora fatto la sua mossa?" - ho perso del tutto la mia dignità

- "Mi credi veramente capace di questo? A me piacciono le donne consenzienti e non ubriache! Detto questo ti saluto...hai vinto la scommessa...ti lascio in pace!"

Se ne va all'improvviso, lasciandomi sola e senza parole al centro di questa enorme pista. Mi sa tanto che ho esagerato questa volta.

2' CAPITOLO




La lezione è giunta a termine. Il momento della verità è arrivato. Incrocio le dita e mi dirigo verso il professore per la mia richiesta di tesi. Quel Franz è ancora vicino a lui e ha continuato a fissarmi per tutta la lezione. Che nervoso! Cosa avrà mai da fissare? Con questo dubbio nella testa mi avvicino

“Buongiorno professore! Avrei bisogno di parlarle!”
“Prego!”
“In privato!” - confermo notando l'attenzione del suo assistente
“Certo, l'aspetto nel mio ufficio tra 15 minuti!”
“Grazie professore!”

Così facendo mi allontano, ma vengo richiamata

“Rebecca?”

Mi giro e mi ritrovo a contatto con un metro e ottanta di ragazzo, moro, occhi azzurri, il cui nome corrisponde a Franz Molinari

“Si....mi dica?!”
“Intanto possiamo darci del tu, fuori dalla lezione! E poi volevo ridarti questa, ti è caduta dal libro questa mattina!”
“Oh...grazie!”

La lettera. Quella lettera. L'avrà mica letta? Oh Dio per favore fa che non sia così. Il ricordo mi pervade il sistema nervoso e il mio corpo inizia a tremare come una foglia. Mi succede spesso ultimamente.

“Stai bene?” - mi chiede preoccupato
“Si grazie!” - afferro la lettera - “Ora scusami devo andare dal professore!”

Devo allontanarmi al più presto. Ho bisogno di prendere aria e soprattutto ho bisogno di Benedetta. Solo lei riesce a farmi sentire meglio quando mi capitano questi attacchi di panico. Corro via senza aspettare la sua risposta. Unico obbiettivo: FUGA!”

* * * *

Cosa le sarà successo? Perchè una sola lettera l'ha sconvolta così tanto? O perchè quell'Eric l'ha ridotta così? Devo scoprire cosa la tormenta. Ma con l'atteggiamento e il disprezzo che ha nei miei confronti non vado da nessuna parte. Devo riuscire ad entrare nelle sue grazie. Il problema è: COME?

Il suono di un messaggio mi distrae dai miei pensieri

CIAO FRANZ E' TANTO CHE NON
TI SENTO. HO SAPUTO CHE TI SEI
TRASFERITO A MILANO! VOLEVO
SOLO SAPERE COME STAVI? MI
MANCA TANTO LA NOSTRA AMICIZIA.
CON AFFETTO JENNIFER

Amicizia? E ti ricordi adesso dopo sei mesi a spassartela con lui? No, cara mia! Non tornerai così nella mia vita. Non dopo aver saputo, da mia sorella, che è in crisi il rapporto con lui. Dovrai trovarti un'altra ruota di scorta perchè io sono stanco degli avanzi. Quel Franz non esiste più. Cancello  messaggio e ripongo il telefono in tasca.

Quando arrivo nella stanza del professore, la sua porta è chiusa e ricordo all'istante che aveva un appuntamento con Rebecca. Aspetterò fuori. Così la vedrò uscire e potrò fermarla ancora.

* * * * *

“Allora signorina Mattia la sua proposta è molto allettante ma sarei un illuso se le dicessi di si perchè ho un limite di studenti da seguire e al momento sono al completo. Mi rincresce molto non poterla accontentare personalmente ma potrei consigliarle altri docenti che potrebbero seguirla nel suo elaborato!”

Bam! Tutto l'entusiasmo della mattina è svanito in un minuto. Sono immobile, paralizzata. Attendo il tempo necessario per metabolizzare nella mia testa quanto mi è stato appena detto.

“Grazie lo stesso per l'attenzione professore! Ma preferirei trovarmi da sola un altro relatore!”

Mi alzo, saluto il professore e mi precipito fuori dalla stanza. Ero di nuovo al punto di partenza. Trovare un nuovo relatore e impostare un nuovo elaborato.

“Ehy!”

Quella voce conosciuta mi porta ad alzare la testa e a ritrovarmi, ancora una volta, nella stessa giornata, a parlare con due occhi glaciali.

“Ciao!”
“Tutto bene? Hai una faccia!”
“Tutto benissimo grazie!”
“Posso offrirti un caffè?”
“Sarà solo un caffè? O vuoi arrivare al punto già oggi?” - sbraito
“Come prego?”

Ecco la mia boccaccia che esce fuori quando sono arrabbiata. Vorrei scavare una fossa e sprofondarci dentro per quello che ho appena detto.

“Scusa...prendiamociesto caffè!”

Ho ancora mezz'ora prima della prossima lezione.

* * * * * *

Ha accettato il mio invito ed  già qualcosa. Il primo passo è stato fatto. Ma la sua battuta non l'ho digerita molto bene. Mi ha mica preso per uno che ci vuole provare? Avrà mica tutti i torti? La sto praticamente perseguitando da questa mattina. Ma ha torto. Voglio conoscerla al di fuori dell'università ma non come intende lei.

“Allora cosa ci facevi nello studio del professor Voza?”
“Ho chiesto la tesi!”
“Oh...quindi sarà lui a seguirti?”
“No...è pieno e l'ha rifiutata!”
“Posso vederla?”
“No!”
“Perchè?”
“Non ti interessa!”
“Cosa te lo fa credere?”
“So benissimo che sei il suo assistente ma non ho bisogno di aiuti per laurearmi!”
“Ci tieni così tanto ad essere seguita da lui?”
“E' la mia materia preferita...il suo corso mi ha aiutato in un periodo difficile della mia vita...ecco...insomma...hai capito!”
“Proverò a parlargli!”
“No...e per favore lasciami in pace! Cosa vuoi da me? Metterti in luce con il professore?”
“Perchè ti scaldi così tanto? Volevo solo aiutarti ma se non vuoi resto al mio posto!”
“Non voglio favori!voglio farcela da sola!”

La mezz'ora successiva passa velocmeemente. È un vero piacere trascorrere quel tempo con lei. È una ragazza molto dolce e sensibile. Ma quel nome continua a ronzarmi nella testa. Eric.

1' CAPITOLO




6 mesi dopo

La mia vita gira come se tutto fosse uguale. Non esistono più colori, né sfumature, né più verità o bugia. Ci siamo solo io e il mio presente. Non c'è posto per il passato e per il futuro. Tutto scorre liscio perchè quello è il ciclo. Ma se dovessi essere io a fare una scelta, non sarebbe questa. Una routine impostata ad orari precisi: dormire, università, studio e, se c'è tempo, mangiare e uscire qualche volta. No! Non sarebbe questa la mia vita se potessi scegliere. È l'unica certezza che ho in questo momento particolare della mai vita, a soli 23 anni. Ogni tanto mi cade l'occhio sulla cornice sul mio comodino. Io ed Eric un anno fa, una coppia felice, innamorata. Ora è solo un ricordo. Dio quanto mi manca! Vorrei poter tornare indietro a quel sabato sera di sei mesi fa. Avrei evitato la mia scenata, così avrei evitato quel maledetto incidente e forse adesso saremmo ancora assieme, felici come in questa foto. I ricordi sono quelli che fanno più male, quelli che lacerano la mia mente e il mio cuore. I ricordi sono i colpevoli del mio passato. Quel passato che vorrei non avere ma che ritorna puntuale ogni giorno solo guardando questa foto. Non riesco a separarmene. È l'unica cosa di noi che mi resta. Avvolte sbaglio anche pensando ancora ad un “NOI” che non esiste più.
Su Rebecca è ora di affrontare un nuovo giorno. L'università mi aspetta, soprattutto la lezione di Letteratura Italiana del professor Voza. Adoro questa materia e sono sempre più decisa che sarà lui a seguire la mia tesi. Ho intenzione di chiederlo oggi a fine lezione. Ormai mi mancano solo tre esami.

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Ancora non credo a quello che i miei occhi stanno leggendo. Io, Franz Molinari, ho ottenuto il posto di assistente, su trenta candidati in lista. Questo è il primo passo verso la mia libertà. Continuo a fissare la bacheca e penso che da un momento all'altro mi sveglierò e tutto sarà solo un sogno e mi ritroverò nella mia camera londinese, nella casa che per trent'anni è stata il mio rifugio. Invece no. Sono nella mia Milano, nei corridoi di questa università, ad osservare il flusso della vita. Ragazzi e ragazze che percorrono frenetici i corridoi tra una lezione e l'altra, professori che escono ed entrano nelle aule. Si è questo il mio mondo. Su Franz andiamo da questo professore e iniziamo questa avventura. Mi giro di scatto e mi imbatto in due occhi verde smeraldo che mi trafiggono come lame. La ragazza cade e tutti i suoi libri volano sparsi sul pavimento.

“Ma che cavolo! Guarda dove metti i piedi!” - esclama mentre tenta di rialzarsi

Quel suo broncio unito a quelle semplici parole piccanti furono la mia rovina. Non avrei più dimenticato quegli occhi e quelle labbra per niente al mondo. È veramente carina. Capelli biondo cenere, occhi verde smeraldo, corporatura magra, forse troppo aggiungerei.

“Scusami!” - furono le uniche parole che riuscì a pronunciare, seguite da - “Sono Franz!” - porgendo la mia mano
“Rebecca!” - rispose ma senza accettare la mia mano che ricadde lungo i miei fianchi
“Studi lettere?”
“Bingo!”

Ha davvero un bel caratterino. Mi piace sempre di più. Indossa un leggero abito turchese senza maniche, corto sopra le ginocchia. Nel momento in cui si piega a raccogliere i libri sparsi sul pavimento, il suo abito sale leggermente scoprendo le sue gambe e wow. Calma Franz. Ti stai eccitando come un ragazzino. Ma porca miseria è davvero bella e sono a stecco da mesi. Mentre mi perdo nei miei pensieri spinti, lei è già scappata via. Che stupido! Mi accorgo che le è scappato un foglio, lo raccolgo ma lei è ormai sparita. Lo apro. La curiosità è sempre stata il mio debole. È una lettera scritta da lei verso un certo Eric. Sarà mica fidanzata? Un strana gelosia mi invade. La conosco da cinque minuti cazzo. E già mi è entrata così dentro. In quel momento mi passa accanto il professor Voza

“Pronto Franz? La lezione sta per iniziare, vorrei presentarti alla classe!”
“Certo professore!” 

Ripiego la lettera, la conservo nella tasca dei miei jeans e seguo il professore

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“Rebecca che fine hai fatto? Pensavo marinassi la lezione!”
“No! Un cretino mi è venuto addosso in corridoio facendomi cadere tutti i libri!”
“Wow ha deciso di chiederla allora?” - chiese sbalordita Benedetta, la mia amica d'infanzia, vedendo tutti quei libri che mi portavo dietro
“Si sono stata in biblioteca prima!”
“Così mi piaci!”

Benedetta è stata la mia ancora di salvezza in questi ultimi mesi. Senza di lei non avrei mai superato il vuoto formatosi all'improvviso nella mia vita. È stata l'unica a schierarsi dalla mia parte mentre il resto del mondo mi riteneva responsabile dell'incidente di Eric e delle conseguenze facendomi sentire ancora più in colpa di quanto già lo fossi di Mio. Lei no. Mi ripeteva sempre che era stato un bastardo ubriaco a tagliare la strada ad Eric. All'inizio avevo mollato l'università ma lei mi ha ridato la fiducia e la forza per riprenderli e portarli al termine.

“Ci sei? Pianeta terra chiama Rebecca!” - mi riporta alla realtà
“Si...ecco il professore e...oh no...quel tizio!”
“Quale tizio?” - chiede curiosa
“Quello che è entrato con il professore, quello che poco fa mi ha fatto cadere come una pera per il corridoio!”
“Ah quello! Niente male!”
“Ma per favore...avrà almeno 35 anni!”
“Buongiorno ragazzi oggi prima della lezione vorrei presentarvi il mio nuovo assistente, dato che la nostra cara Francesca ci lascia per una cattedra tutta sua. Si chiama Franz Molinari ed è un ragazzo veramente in gamba. Ha sbaragliato la concorrenza di altri ventinove candidati e vi assicurò che saprà tenervi incollati ai vostri banchi per la durata del corso. Detto ciò iniziamo questa lezione!”
“Amica mia sei fregata!” - esclamò Benedetta
“Sono fottuta se mi affianca lui per la tesi!”

**************************************

Eccomi qui, in questa enorme aula, ad assistere alla lezione del mio nuovo “CAPO”. Mentre lui spiega, io prendo appunti, ma vengo disturbato da un chiacchiericcio continuo. Alzo lo sguardo dal mio foglio e mi ritrovo trafitto da quei due occhi verde smeraldo. Porca miseria segue questo corso. Il destino torna impellente nella mia vita, due volte in un giorno sono troppe per non chiamarlo così. Ricordo la lettera nella mia tasca, la tiro fuori e la leggo

Caro Eric,
sono passati mesi da quella maledetta sera
e io non riesco ancora a crederci che il destino
ci abbia separati. Non so dove tu sia o con chi,
ma so che sei felice. Purtroppo non è così per me.
Penso ancora a noi, ai nostri baci, alla nostra prima 
volta. Non dimenticherò mai quel giorno, il più
bello in assoluto della mia vita. Ma adesso sono qui
sola e tu mi manchi da morire. Nessuno potrà colmare
il vuoto che hai lasciato. Ti amerò per sempre!

Tua
Rebecca

Aveva un ragazzo che l'ha mollata mesi fa? Cosa è successo quella sera di mesi fa? L'unica certezza è che dietro quello scudo freddo che si è creata, ci soffre molto. Siamo perfetti messi assieme. Entrambi mollati da due fidanzati troppo stupidi per capire il nostro valore. Io riuscirò a battere quel muro, a farlo a pezzi e riportare il sole. I suoi occhi mi parlano dal momento in cui li ho scontrati. Ma non me li lascerò sfuggire via così. Ho bisogno di un passatempo. LEI. Dimenticheremo il passato insieme e ci aiuteremo a vicenda. Grazie Milano per avermi aperto la strada e grazie Jennifer per avermi mollato. Ora ho uno scopo,dopo sei mesi di vuoto, e ha un nome. Rebecca.

PROLOGO



MILANO

“Per favore Eric! Non salire su quella macchina...hai bevuto tanto, sei ubriaco e sarebbe rischioso...prendiamo un taxi!”

Le mie parole restano sospese nel vuoto. Lui saltò in macchina sbronzo e mi lasciò sola su quel viale. Non ho avuto il coraggio di saltare su con lui e di bloccarlo. La cosa peggiore è che all'alcool in circolo nel suo corpo ho contribuito anch'io con le mie paranoie e gelosie quando siamo circondati da altre ragazze. Nonostante lui dimostri ogni istante il suo amore per me io non riesco a non essere gelosa quando qualche oca gli ronza attorno. Quella di stasera, durante la festa di laurea del suo migliore amico, è stata una lite davvero dura. E lui ha passato la serata ad ignorarmi, dopo la mia ennesima scenata di gelosia. Ignorarmi e passando la serata in compagnia di bicchieri di alcool. 
Provo a chiamarlo ma niente. Il suo telefono è staccato. Inizio ad agitarmi. Tento la carta Gianni, suo fratello, il quale mi dice che non è ancora arrivato a casa. Eppure abita a due isolati da questa villa dove si è svolta la festa.
Fermo un taxi per farmi accompagnare a casa. Io resto incollata al telefono in attesa di ricevere sue notizie e non mi accorgo che il mio taxi si ferma. Ci sono i carabinieri che ci impediscono di passare. Sarà successo sicuro qualcosa. 

“Mi dispiace ma dovete tornare indietro e girare l'isolato. Qui c'è stato un incidente e la strada è bloccata!” - afferma il carabiniere al tassista

Il groppo che sentivo prima nel cuore ha raggiunto il livello di esplosione. Scatto fuori dal taxi. Devo sapere chi è coinvolto nell'incidente.

“Ehy signorina..ma cosa sta facendo?” - mi urla dietro il tassista

Supero con forza il blocco delle forze dell'ordine e quando vedo la macchina accartocciata contro un furgone mi blocco. Resto immobile. È come se le mie gambe non seguissero più la mia testa. Resto così per qualche secondo. Poi ricollego gambe e testa e corro verso l'auto di Eric urlando il suo nome. Mi bloccano due carabinieri. Mi trattengono proprio mentre stanno portando Eric verso l'ambulanza. Ha gli occhi chiusi. Il volto insanguinato. Le mie forze cedono e crollo tra le braccia dei miei sostenitori. Sembra tutto un rallenty. La macchina schiacciata contro quel furgone, la barrella con Eric sopra, le mie lacrime, l'ambulanza che sfreccia via. E poi il buio totale.

Quando mi sveglio sono nella mia stanza. Nel mio letto. Seduta al bordo c'è Benedetta, la mia migliore amica. Ha gli occhi gonfi e rossi, segno di pianti e notte insonne. Al ricordo della notte scorsa, la macchina di Eric, lui portato via in ambulanza, il volto ricoperto di sangue, incosciente. Scatto a sedere sul letto.

“Cosa succede? Dov'è Eric?”


LONDRA

“Non ci credo che siete stati capaci di farlo...la mia ragazza...il mio migliore amico...mi fate schifo!”

Con quelle parole Franz si allontanò. Il suo mondo, i suoi sogni erano crollati in una sola sera. La sua ragazza, la sua splendida Jennifer, con la quale aveva passato i tre anni migliori della sua vita. Il suo migliore amico, Ricky, compagno di mille avventure. Lo avevano tradito e pugnalato alle spalle. Non riusciva a farsene una ragione. Non le aveva mai fatto mancare niente eppure è riuscita ad innamorarsi di un altro. E non uno qualsiasi, quello forse lo avrebbe accettato. Ma il suo migliore amico no. Quello mai. Aveva perso nel giro di pochi minuti i due pilastri della sua vita. L'amore, che lui credeva, della sua vita e un, quasi, fratello. Quello che non ha mai avuto ma che aveva ritrovato in lui.

Il mattino seguente Franz prese una decisione. Tentare la fuga all'estero. Magari tornare nella sua Milano, dove era nato. Era l'unico modo per non sentirsi uccidere giorno dopo giorno nel vederli insieme. Avrebbe chiuso quel pensiero e quel sentimento, ancora forte, di amore e amicizia in una angolo della sua mente e del suo cuore, e sarebbe andato incontro al futuro.
Iniziò la ricerca di un lavoro su vari siti, giornali e annunci sparsi qua e la. Finchè la sua attenzione non fu catturata da uno in particolare. Era quello che aspettava. Ed era proprio nella sua Milano. Il destino gli stava dando un segno e lui l'avrebbe colto.

- “Futuro...ovunque tu sia...e qualunque cosa mi riservi...sto arrivando!”