giovedì 21 novembre 2013

1' CAPITOLO




6 mesi dopo

La mia vita gira come se tutto fosse uguale. Non esistono più colori, né sfumature, né più verità o bugia. Ci siamo solo io e il mio presente. Non c'è posto per il passato e per il futuro. Tutto scorre liscio perchè quello è il ciclo. Ma se dovessi essere io a fare una scelta, non sarebbe questa. Una routine impostata ad orari precisi: dormire, università, studio e, se c'è tempo, mangiare e uscire qualche volta. No! Non sarebbe questa la mia vita se potessi scegliere. È l'unica certezza che ho in questo momento particolare della mai vita, a soli 23 anni. Ogni tanto mi cade l'occhio sulla cornice sul mio comodino. Io ed Eric un anno fa, una coppia felice, innamorata. Ora è solo un ricordo. Dio quanto mi manca! Vorrei poter tornare indietro a quel sabato sera di sei mesi fa. Avrei evitato la mia scenata, così avrei evitato quel maledetto incidente e forse adesso saremmo ancora assieme, felici come in questa foto. I ricordi sono quelli che fanno più male, quelli che lacerano la mia mente e il mio cuore. I ricordi sono i colpevoli del mio passato. Quel passato che vorrei non avere ma che ritorna puntuale ogni giorno solo guardando questa foto. Non riesco a separarmene. È l'unica cosa di noi che mi resta. Avvolte sbaglio anche pensando ancora ad un “NOI” che non esiste più.
Su Rebecca è ora di affrontare un nuovo giorno. L'università mi aspetta, soprattutto la lezione di Letteratura Italiana del professor Voza. Adoro questa materia e sono sempre più decisa che sarà lui a seguire la mia tesi. Ho intenzione di chiederlo oggi a fine lezione. Ormai mi mancano solo tre esami.

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Ancora non credo a quello che i miei occhi stanno leggendo. Io, Franz Molinari, ho ottenuto il posto di assistente, su trenta candidati in lista. Questo è il primo passo verso la mia libertà. Continuo a fissare la bacheca e penso che da un momento all'altro mi sveglierò e tutto sarà solo un sogno e mi ritroverò nella mia camera londinese, nella casa che per trent'anni è stata il mio rifugio. Invece no. Sono nella mia Milano, nei corridoi di questa università, ad osservare il flusso della vita. Ragazzi e ragazze che percorrono frenetici i corridoi tra una lezione e l'altra, professori che escono ed entrano nelle aule. Si è questo il mio mondo. Su Franz andiamo da questo professore e iniziamo questa avventura. Mi giro di scatto e mi imbatto in due occhi verde smeraldo che mi trafiggono come lame. La ragazza cade e tutti i suoi libri volano sparsi sul pavimento.

“Ma che cavolo! Guarda dove metti i piedi!” - esclama mentre tenta di rialzarsi

Quel suo broncio unito a quelle semplici parole piccanti furono la mia rovina. Non avrei più dimenticato quegli occhi e quelle labbra per niente al mondo. È veramente carina. Capelli biondo cenere, occhi verde smeraldo, corporatura magra, forse troppo aggiungerei.

“Scusami!” - furono le uniche parole che riuscì a pronunciare, seguite da - “Sono Franz!” - porgendo la mia mano
“Rebecca!” - rispose ma senza accettare la mia mano che ricadde lungo i miei fianchi
“Studi lettere?”
“Bingo!”

Ha davvero un bel caratterino. Mi piace sempre di più. Indossa un leggero abito turchese senza maniche, corto sopra le ginocchia. Nel momento in cui si piega a raccogliere i libri sparsi sul pavimento, il suo abito sale leggermente scoprendo le sue gambe e wow. Calma Franz. Ti stai eccitando come un ragazzino. Ma porca miseria è davvero bella e sono a stecco da mesi. Mentre mi perdo nei miei pensieri spinti, lei è già scappata via. Che stupido! Mi accorgo che le è scappato un foglio, lo raccolgo ma lei è ormai sparita. Lo apro. La curiosità è sempre stata il mio debole. È una lettera scritta da lei verso un certo Eric. Sarà mica fidanzata? Un strana gelosia mi invade. La conosco da cinque minuti cazzo. E già mi è entrata così dentro. In quel momento mi passa accanto il professor Voza

“Pronto Franz? La lezione sta per iniziare, vorrei presentarti alla classe!”
“Certo professore!” 

Ripiego la lettera, la conservo nella tasca dei miei jeans e seguo il professore

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“Rebecca che fine hai fatto? Pensavo marinassi la lezione!”
“No! Un cretino mi è venuto addosso in corridoio facendomi cadere tutti i libri!”
“Wow ha deciso di chiederla allora?” - chiese sbalordita Benedetta, la mia amica d'infanzia, vedendo tutti quei libri che mi portavo dietro
“Si sono stata in biblioteca prima!”
“Così mi piaci!”

Benedetta è stata la mia ancora di salvezza in questi ultimi mesi. Senza di lei non avrei mai superato il vuoto formatosi all'improvviso nella mia vita. È stata l'unica a schierarsi dalla mia parte mentre il resto del mondo mi riteneva responsabile dell'incidente di Eric e delle conseguenze facendomi sentire ancora più in colpa di quanto già lo fossi di Mio. Lei no. Mi ripeteva sempre che era stato un bastardo ubriaco a tagliare la strada ad Eric. All'inizio avevo mollato l'università ma lei mi ha ridato la fiducia e la forza per riprenderli e portarli al termine.

“Ci sei? Pianeta terra chiama Rebecca!” - mi riporta alla realtà
“Si...ecco il professore e...oh no...quel tizio!”
“Quale tizio?” - chiede curiosa
“Quello che è entrato con il professore, quello che poco fa mi ha fatto cadere come una pera per il corridoio!”
“Ah quello! Niente male!”
“Ma per favore...avrà almeno 35 anni!”
“Buongiorno ragazzi oggi prima della lezione vorrei presentarvi il mio nuovo assistente, dato che la nostra cara Francesca ci lascia per una cattedra tutta sua. Si chiama Franz Molinari ed è un ragazzo veramente in gamba. Ha sbaragliato la concorrenza di altri ventinove candidati e vi assicurò che saprà tenervi incollati ai vostri banchi per la durata del corso. Detto ciò iniziamo questa lezione!”
“Amica mia sei fregata!” - esclamò Benedetta
“Sono fottuta se mi affianca lui per la tesi!”

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Eccomi qui, in questa enorme aula, ad assistere alla lezione del mio nuovo “CAPO”. Mentre lui spiega, io prendo appunti, ma vengo disturbato da un chiacchiericcio continuo. Alzo lo sguardo dal mio foglio e mi ritrovo trafitto da quei due occhi verde smeraldo. Porca miseria segue questo corso. Il destino torna impellente nella mia vita, due volte in un giorno sono troppe per non chiamarlo così. Ricordo la lettera nella mia tasca, la tiro fuori e la leggo

Caro Eric,
sono passati mesi da quella maledetta sera
e io non riesco ancora a crederci che il destino
ci abbia separati. Non so dove tu sia o con chi,
ma so che sei felice. Purtroppo non è così per me.
Penso ancora a noi, ai nostri baci, alla nostra prima 
volta. Non dimenticherò mai quel giorno, il più
bello in assoluto della mia vita. Ma adesso sono qui
sola e tu mi manchi da morire. Nessuno potrà colmare
il vuoto che hai lasciato. Ti amerò per sempre!

Tua
Rebecca

Aveva un ragazzo che l'ha mollata mesi fa? Cosa è successo quella sera di mesi fa? L'unica certezza è che dietro quello scudo freddo che si è creata, ci soffre molto. Siamo perfetti messi assieme. Entrambi mollati da due fidanzati troppo stupidi per capire il nostro valore. Io riuscirò a battere quel muro, a farlo a pezzi e riportare il sole. I suoi occhi mi parlano dal momento in cui li ho scontrati. Ma non me li lascerò sfuggire via così. Ho bisogno di un passatempo. LEI. Dimenticheremo il passato insieme e ci aiuteremo a vicenda. Grazie Milano per avermi aperto la strada e grazie Jennifer per avermi mollato. Ora ho uno scopo,dopo sei mesi di vuoto, e ha un nome. Rebecca.

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